Il “maranza” rapinatore e le notizie inverificabili
Riprendono a circolare notizie inverificabili raccontate come grandi epopee patriottiche

Anni fa, qui su BUTAC, ci accorgemmo che alcune testate vicine ai movimenti della destra italiana pubblicavano articoli che narravano crimini commessi da stranieri in Italia. Notizie che spesso non era possibile verificare, perché si basavano quasi esclusivamente sul racconto del denunciante, senza riscontri né fonti indipendenti.
Racconti che, letti su testate diverse, apparivano spesso incoerenti tra loro. Oggi stiamo assistendo a un ritorno di questo tipo di “cronaca”.
Ci è stato segnalato un articolo pubblicato su VoxNews – sito in Black list da oltre un decennio – dal titolo:
Brescia, italiano massacra il maranza che voleva rapinarlo: “Così impara”
VoxNews chiarisce subito che la fonte (anzi, le fonti) della vicenda sono il Giornale di Brescia e SocialMediaLife.it:
Un uomo comune si è trasformato in un simbolo di resistenza contro la prepotenza criminale. Vittima di un tentativo di estorsione, non si è piegato: ha affrontato il malvivente, lo ha “gonfiato di botte” e ha recuperato la sua borsa, mandando un messaggio chiaro: “I prepotenti non possono sempre averla vinta”. La vicenda, riportata dal Giornale di Brescia e da SocialMediaLife.it, è un monito per chi crede di poter vivere approfittandosi degli altri, ma anche un allarme sul degrado che affligge le nostre città, alimentato da un’immigrazione fuori controllo che importa violenza e sharia. Il fatto è avvenuto mentre l’uomo, un cittadino italiano, stava rientrando a casa. Un aggressore, descritto come un “maranza” – termine gergale che richiama spesso giovani di origine straniera dediti a microcriminalità – lo ha avvicinato con fare minaccioso,
Già qui, la prima anomalia: Vox parla di “maranza”, termine che nel gergo urbano si riferisce a giovani di seconda generazione, spesso nordafricani. Ma il Giornale di Brescia scrive chiaramente:
…mentre sta entrando dal cancello «un sudamericano, molto alto, si è avvicinato alla portiera, ha provato ad aprirla ma era chiusa»
Sudamericano o “maranza”? Una discreta confusione su tratti somatici e categorie etniche, ma Vox non si scompone: piega i fatti all’ideologia. E non è finita. L’articolo di Vox racconta che il cittadino italiano ha “massacrato” il ladro. Ma ecco cosa riporta il Giornale di Brescia:
Il 46enne ha raggiunto in un attimo il sudamericano che lo ha derubato: «Mi ha detto che se rivolevo il mio borsello dovevo dargli 50 euro. Mi stava facendo una estorsione. Io a quel punto ho reagito». Nei minuti seguenti l’imprenditore e il malvivente hanno ingaggiato una violenta colluttazione, finita con il rapinatore in fuga e l’imprenditore con in mano il suo borsello. «Ho qualche botta e qualche livido, ma non sono andato in Pronto soccorso, non mi sono fatto male».
Lui solo “qualche botta e qualche livido”, il delinquente “lasciato con le ossa rotte” (ma fuggito sulle sue gambe). Non è che il “massacro” è una licenza narrativa di Vox?
La storia è già traballante in partenza. Abbiamo un rapinatore che riesce a sottrarre un borsello griffato, poi – anziché darsi alla fuga – si mette a contrattare un riscatto con la vittima, sul posto? Senza nemmeno sapere se nel borsello ci fosse davvero denaro o qualcosa di valore? E l’imprenditore, pur dicendo di aver subito un’aggressione, non riporta ferite significative e va semplicemente a denunciare il tutto?
Tutto è possibile, certo. Ma non c’è una sola prova verificabile che sostenga la ricostruzione. Solo la parola del denunciante. E su questo, due articoli costruiscono due narrazioni molto diverse. Infatti:
- Il Giornale di Brescia, pur senza fare alcun fact-checking o considerazione, mantiene perlopiù un tono neutro.
- VoxNews trasforma l’episodio in un’epopea patriottica, condito da riferimenti all’”importazione della sharia”, a Saman Abbas, e all’immigrazione da fermare “senza eccezioni”.
Quando la cronaca diventa propaganda
Noi di BUTAC vorremmo tanto che le forze dell’ordine cominciassero a prestare maggiore attenzione a queste narrazioni. Perché sappiamo quanto facilmente la destra radicale sfrutti storie inverificabili, spesso infarcite di elementi fittizi o gonfiati ad arte, per alimentare l’odio. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Ma il fact-checking volontario, da solo, non basta più. Servono giornalisti competenti, e servono istituzioni che vigilino.
Non possiamo lasciare che la narrazione dell’Italia “invasata e sotto attacco” venga alimentata con mezze verità, sospetti e nessuna prova.
maicolengel at butac punto it
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