Le mascherine nei film, l’ennesima teoria del complotto

Sia tra le segnalazioni che ci inviate sia tra i post che mi passano in bacheca, nei giorni scorsi ho visto un proliferare di contenuti che parlano dell’uso delle mascherine sui set cinematografici durante la pandemia.

Si va da chi cerca di spargere disinformazione su Quora a chi invece sfrutta i propri canali video YouTube e TikTok per seminare confusione tra i propri follower. Non staremo a fare nomi, è inutile dare visibilità a chi anela proprio quello, essere nominato, secondo il vecchio detto “non è importante che se ne parli bene o male, basta che se ne parli”.

Cerchiamo pertanto di fare, in poche righe, un po’ di chiarezza. Sì, è vero (e normalissimo) che i film girati durante la pandemia non vedano gli attori indossare alcuna mascherina, non è la dimostrazione che si è trattato di una falsa pandemia, come qualche testa di legno continua a sostenere, ma solo la prova che il governo in carica aveva fatto il possibile per permettere a uno dei settori che più ha sentito la crisi di continuare un minimo a lavorare.

Vediamo gli eventi nel dettaglio, cercando articoli che risalgono ai momenti in cui alcuni set riaprivano dopo mesi di chiusura. Ad esempio qui potete leggere un articolo su Repubblica Spettacoli del 30 giugno 2020, dal titolo:

Si torna sul set con mascherine e tamponi. Ciak per cinema e serie tv: “Che gioia, ma che fatica”

Articolo nel quale vengono citati i protocolli che erano stati firmati e approvati a maggio con le varie categorie di lavoratori coinvolti. Accordi che, nel caso di set televisivi e cinematografici, prevedevano che – come riassume sempre Repubblica:

Gli attori saranno sottoposti a tampone (o comunque ai testi scientifici più affidabili) per escludere la positività al Covid 19 “immediatamente prima dell’inizio delle riprese” e “ripeteranno il test con cadenza settimanale anche in assenza di sintomi”. Useranno le mascherine, come tutto il resto della troupe, quando non saranno in scena o al trucco e dal parrucchiere. Gli strumenti usati per truccare, pettinare, per mettere il microfono agli attori saranno monouso opppure a uso esclusivo dei singoli componenti del cast oppure igienizzati dopo ogni utilizzo e a fine giornata. I costumi di scena saranno individuali e non condivisi da attori generici, finché non igienizzati. Per i frequentatori del set è fortemente raccomandato l’utilizzo delle app per il contact-tracing, come ad esempio l’app Immuni quando disponibili.

Nessuno dei tanti fomentatori di complotti e cospirazioni fa cenno a questi accordi, eppure erano stati chiaramente pubblicati sui quotidiani nazionali. Ma anche all’estero la situazione era identica: regole su regole, accordi su accordi fatti apposta per non mandare completamente all’aria un settore, quello dello spettacolo e dell’intrattenimento, che fa lavorare moltissime persone, non solo di fronte alle telecamere ma soprattutto alle spalle delle stesse. Purtroppo non si poteva fare molto per i concerti e i musicisti come per gli attori di teatro, ma per quanto riguardava lo spettacolo filmato si sono studiati modi per permettere di tirare avanti.

Ad esempio qui potete vedere le regole istituite durante la pandemia dalla Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists, che raggruppa gli artisti americani. Qui trovate link alle varie regole approvate nei vari Paesi europei, non solo l’Italia. E qui quelle in vigore in UK durante la pandemia.

Ogni Paese aveva le sue ovviamente, diverse in base ai livelli di contagio e mortalità che c’erano nel Paese stesso, da chi era più lasco sull’uso di mascherine e tamponi a chi invece prevedeva precauzioni diverse per ogni giorno di riprese.

Dare a intendere che il fatto che gli attori non indossassero la mascherina e non rispettassero le regole che erano in vigore per il resto della popolazione sia dimostrazione di qualcosa di losco è tipico e prevedibile da parte di chi, dopo aver cavalcato una specifica narrazione per anni, ora si trova a corto di materiale per continuare a sfruttare la popolarità raggiunta e mungere i propri seguaci.

Tra i tanti che ci avete segnalato che cavalcavano questa specifica narrazione uno si è accanito contro il Festival di Cannes, prendendo le immagini degli undici minuti di applausi a Scamarcio senza mascherina e facendo paragoni con noi comuni mortali che dovevamo sottostare a mille regole. Ma tra Francia e Italia le regole erano diverse, anche a causa del diverso impatto che COVID-19 ha avuto di qua e di là dal confine, e va anche detto che Cannes nel 2021 si tenne a luglio, quando anche in Italia la situazione era diversa rispetto a qualche mese prima. In spiaggia ad esempio si poteva accedere senza green pass, erano aperte le spiagge libere, c’erano ancora delle limitazioni ma sempre meno che l’estate 2020, durante la quale anche il Festival di Cannes era stato appunto sospeso.

BUTAC esiste dal 2013, non siamo nati da/con/per la pandemia – e ancor meno per cercare mucche da mungere – ma svariati anni prima, per cercare di aiutare chi aveva voglia di seguirci a districarsi dalla disinformazione che dilagava in rete, e continueremo a farlo finché ci sarà qualcuno che avrà voglia di leggerci.

maicolengel at butac punto it

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