Il mercoledì nero e la nascita di una teoria del complotto
Approfondiamo la nascita della teoria del complotto che ha trasformato George Soros in uno spauracchio
Oggi ci è arrivata una segnalazione su una vicenda così vecchia, ma al tempo stesso così importante per la storia del complottismo degli ultimi trent’anni, che abbiamo pensato possa essere utile fare un riassunto di qualcosa che molti di voi conoscono solo per sentito dire o a causa di qualche video complottista che circola in rete, come quello che ci è appunto stato segnalato oggi. Avverto, nel video c’è anche un Craxi d’annata, sia mai che siate sensibili…
Per una volta abbiamo pensato che sia del tutto inutile trattare le dichiarazioni del video, ma che sia più sensato partire da zero, spiegando e riassumendo – per quanto possibile – i fatti, quelli verificabili da tutti. Quanto segue viene da vecchi articoli di testate che noi di BUTAC riteniamo più affidabili di altre, come BBC News, Reuters, The Guardian, Sole 24 Ore. Non sono un economista, né un esperto della materia, mi sono pertanto limitato a riassumere quanto appunto raccontato da svariate testate con editori diversi e diversi punti di vista, spero di essere riuscito a fare un lavoro utile.
George Soros, il nemico perfetto
In questi ultimi anni è capitato spesso di vedere il nome George Soros usato, specie su siti di estrema destra, come uno spauracchio, un sinonimo dell'”uomo nero”. Non tutti hanno però ben chiaro il perché, visto che oggi Soros è noto per essere un ricchissimo filantropo che negli ultimi anni ha donato la ragguardevole somma di 32 miliardi di dollari per il finanziamento di progetti dedicati a istruzione, salute, diritti umani e democrazia con la sua Open Society Foundation. Ma per gli estremisti di destra (e anche alcuni di sinistra) Soros è il centro focale di una cospirazione globale. Le accuse mosse contro di lui spaziano in molti settori, ma tutti in grado di farci pensare che Soros tenga le fila di tutti i grandi eventi che succedono nel mondo: dal finanziamento ai migranti per invadere l’Occidente allo scopo di completare la cosiddetta “sostituzione etnica”, alla manipolazione dell’opinione pubblica o di elezioni varie in giro per il globo terracqueo, fino a telefonate in grado di distruggere sistemi economici e politici e ovviamente non tocchiamo l’argomento cambiamento climatico…
Ci sono addirittura leader politici, come Viktor Orbàn, che hanno costruito un’intere campagne d’odio contro il miliardario americano. Ma non serve andare così lontano, anche in casa nostra qualcuno ha sfruttato l’odio verso Soros per fare campagna elettorale, e l’iniziativa li ha premiati.
L’uso della parola “usurai” nella campagna di Fratelli d’Italia ci ha ricordato molto immagini come queste:
Il mercoledì nero
Ma andiamo avanti, anzi torniamo indietro. Più precisamente torniamo al 1992, l’anno del mercoledì nero. Nei video complottisti che circolano in Italia si fa riferimento quasi esclusivamente al nostro Paese, dando a intendere che si sia trattato di una cospirazione contro l’Italia per far crollare il valore della lira. Ma le cose non sono proprio così: anche in Gran Bretagna quanto successo ebbe un fortissimo impatto sull’economia. Ma vediamo le cose una alla volta.
L’EMS (european monetary system)
Da Wikipedia:
Il sistema monetario europeo, detto anche SME, entrato in vigore il 13 marzo 1979, sottoscritto dai paesi membri dell’allora Comunità economica europea (ad eccezione del Regno Unito, entrato nel 1990) e cessato di esistere il 31 dicembre 1998 con la creazione dell’Unione economica e monetaria dell’Unione europea, fu un accordo monetario europeo nato per il mantenimento di una parità di cambio prefissata …
L’ERM
Si tratta di un sistema introdotto tra i Paesi membri dell’attuale Unione Europea nel 1979; l’acronimo ERM sta per Exchange Rate Mechanism, e lo scopo del sistema era quello di ridurre la variabilità del tasso di cambio tra le varie valute dell’Unione col fine di raggiungere una stabilità monetaria. L’ERM avrebbe dovuto consentire ai tassi di cambio di fluttuare entro margini determinati, consentendo alcune variazioni, limitando però al contempo i rischi economici e mantenendo la liquidità.
Il Regno Unito e l’Italia
Il Regno Unito stava attraversando un periodo di stagnazione economica con inflazione elevata e crescita molto lenta. All’epoca il governo britannico era guidato dal Primo Ministro John Major che, per cercare di mantenere una certa stabilità monetaria, aveva deciso di aderire all’ERM.
L’Italia era un membro dell’ERM da prima del Regno Unito, ma anche da noi si stava attraversando un momento economico decisamente difficile. Inflazione alta, crescita debole e un debito pubblico molto elevato contribuivano alla situazione. Sia Il Regno Unito che l’Italia per poter rientrare nell’ERM dovevano mantenere tassi di interesse molto alti, in quanto la Germania, anch’essa membro ERM, aveva invece un’economia forte che le permetteva di tenere quei tassi alti per contrastare l’inflazione; Italia e Regno Unito faticavano a intraprendere lo stesso percorso.
Questo portò i mercati finanziari globali a percepire la sterlina britannica e la lira italiana come valute sopravvalutate e insostenibili all’interno dell’ERM: la premessa del mercoledì nero.
L’attacco speculativo
Gli investitori guidati da Soros, percependo questa debolezza delle due valute, iniziarono a vendere in massa sia la sterlina che la lira, prevedendo che i governi dei due Paesi non sarebbero stati in grado di difendere i tassi di interesse fissati. Sia in UK che in Italia si cercò di proteggere le valute con interventi delle banche nazionali e con ulteriori rialzi dei tassi d’interesse, ma senza successo. Il 16 settembre 1992 il Regno Unito fu costretto a ritirare la sterlina dall’ERM, e insieme all’Italia ad abbandonare in seguito il Sistema Monetario Europeo (SME). Ma non furono i soli due Stati a subire conseguenze di quanto stava avvenendo: la Spagna dovette svalutare la propria moneta, e lo stesso successe anche in Finlandia; la Svezia dovette alzare i propri tassi d’interesse del 500% per evitare la svalutazione, e in seguito anche la moneta portoghese, l’escudo, subì comunque un deprezzamento.
L’attacco speculativo degli investitori guidati dal miliardario (di origini ebree, oltretutto) venne visto come una mossa pianificata e decisa per mettere in ginocchio due economie, ma una lettura moderna di quanto avvenuto mostra chiaramente come quella crisi fosse dovuta prima di tutto a debolezze economiche dei due Paesi e la loro impossibilità a tenere il passo con un’economia forte come quella della Germania: gli attacchi speculativi si limitarono a mettere in luce queste fragilità delle due economie.
A seguito dei fatti Soros è diventato il capro espiatorio perfetto per tanti, specie nei gruppi legati all’euroscetticismo e nei conservatori americani. Molte delle teorie complottiste che circolano su di lui tra l’altro sono radicate in stereotipi antisemiti che lo dipingono come il burattinaio globale, e anche questo ci ricorda qualcosa:
In realtà l’attacco speculativo del 1992 fu del tutto legale e non fu solo Soros a sfruttarlo per aumentare le proprie ricchezze, lo stesso fecero speculatori di ogni parte del mondo, e di ogni ideologia politica. Anche senza Soros, le fragilità economiche di Italia e Regno Unito avrebbero portato a una crisi economica con un impatto devastante per le due economie. Il mercoledì nero fu il risultato di errori di politica monetaria e crisi economiche in corso, non una manipolazione orchestrata da Soros.
La condanna di Soros
Spesso a questo punto i complottisti tirano fuori la vicenda che ha visto condannato George Soros in Francia, sostenendo che, se l’operazione fosse stata legale, non l’avrebbero condannato. Ma la condanna francese non ha nulla a che fare col mercoledì nero, Soros fu condannato per insider trading (operazioni di mercato con informazioni privilegiate) in relazione a una transazione avvenuta nel 1988: Soros era stato accusato di aver utilizzato informazioni riservate per trarre profitto dall’acquisto di azioni della Société Générale durante una fase di tentata scalata ostile della banca. Le autorità francesi sostennero che Soros fosse in possesso di informazioni privilegiate su quella scalata. Lui negò sempre di aver commesso il reato, sostenendo che le informazioni che aveva utilizzato fossero di dominio pubblico. Fece appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), ma nel 2011 la corte respinse il suo appello, confermando la condanna. Quella condanna, però, non aveva nulla a che fare con il mercoledì nero e con la crisi della lira.
Concludendo
So bene che quanto scritto è davvero un sunto stile Bignami e che ci sarebbero tantissime cose da aggiungere, una su tutte il numero alto di antieuropeisti – anche tra economisti rinomati – che avallano la teoria del complotto perché affine alle loro tesi economiche, ma questo non significa affatto che abbiano ragione.
Quello che i complottisti non dicono è che la svalutazione della lira, sebbene dolorosa, migliorò la competitività delle esportazioni italiane e contribuì, insieme a Tangentopoli, alla fine di quella che chiamiamo la Prima Repubblica; quella crisi fu seguita da una serie di importanti riforme economiche e fiscali. Va riscontrato anche che la fine della Prima Repubblica nel nostro Paese – invece che dare spazio a una nuova classe politica fatta di facce nuove, giovani e scollegate da quel mondo affaristico che aveva portato Tangentopoli – ci ha portato tra le braccia di altri volti, già noti all’epoca, decisamente legati a quel mondo imprenditoriale che sarebbe dovuto stare lontano dalle stanze di comando del Paese. Ma così è andata.
Non credo di poter aggiungere altro. Sperando di avervi perlomeno fatto venire la voglia per approfondire la materia prima di condividere l’ennesimo video senza fonti.
maicolengel at butac punto it
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