Il metodo Bates e il premio Nobel

Aldous Huxley aveva usato questo metodo per "riacquistare la vista"? O era ancora cieco come una talpa ma cercava di fare finta di no?

Tra i commenti relativi all’articolo su come migliorare la vista senza occhiali ne è arrivato uno di tal Federico, questo:

Salve, a proosito di miglioramento della vista posso dire che è possibile avendo sperimentato il Metodo Bates, praticamente lo stesso di ciò che propone Sara Cosenza. Cito inoltre la vicenda di Aldous Huxley che testimoniò in favore di una terapeuta che gli fece riacquistare la vista usando il Metodo Bates: https://www.metodobates.it/it/un-testimonial-di-eccezione-aldous-huxley/

Ben dieci anni fa, proprio qui su BUTAC, avevamo parlato in abbondanza del Metodo Bates, e prima di noi l’aveva fatto Medbunker, già nel 2011. Eravamo convinti che fosse una di quelle teorie del passato che non viene più praticata, e invece ancora oggi è pieno di sostenitori del metodo Bates che affermano che si possano correggere problemi di vista vari con semplici esercizi, senza l’uso di occhiali o interventi chirurgici.

Il sito ufficiale è quello linkato poco sopra, ma la prima cosa che ci preme farvi notare è che la pagina che ci racconta di Aldous Huxley e del Metodo Bates comincia così:

Forse non tutti sanno che lo scrittore, premio Nobel, soffriva di una grave malattia agli occhi. Nel suo saggio L’arte di vedere ci narra le sue esperienze con quello che oggi conosciamo come metodo Bates.

Il grassetto su “premio Nobel” è nostro (mentre quello su metodo Bates è originale): perché l’abbiamo messo in grassetto? perché Aldous Huxley non ha mai vinto il Nobel, oggi sappiamo che ha ricevuto più candidature, ma senza averlo mai vinto. L’Huxley che ha vinto il Nobel è il suo fratellastro Andrew. Affidare la propria salute a soggetti che non riescono a mettere insieme nemmeno un aneddoto senza scivolare in una bufala è quanto meno rischioso, non trovate?

Il perché e percome non sia da seguire il metodo l’avevamo già spiegato dieci anni fa, e troviamo abbastanza inutile ripeterci. Vi riportiamo solo una piccola parte, sperando possa farvi venire voglia di leggere il resto dell’articolo:

Sì, Huxley ha usato il metodo Bates, ma non ha mai sostenuto d’esser guarito dai suoi gravi difetti di vista. Per contro non li ha nemmeno trovati inutili, anzi, ci scrisse perfino un libro. Sto parlando di The Art of seeing, dedicato alla sua esperienza di sedicenne con la vista rovinata, più che al metodo Bates. Alla fine annuncia che grazie agli esercizi del metodo…

“my vision, though very far from normal, is about twice as good as it used to be when I wore spectacles, and before I had learned the art of seeing
la mia vista, seppur molto lontana dal normale, è migliorata del doppio, rispetto a quando usavo gli occhiali, e prima d’aver imparato l’arte di vedere

Peccato che, qualche anno dopo, mentre a un banchetto teneva un discorso leggendolo da alcuni foglietti,

…suddenly he faltered — and the disturbing truth became obvious. He wasn’t reading his address at all. He had learned it by heart. To refresh his memory he brought the paper closer and closer to his eyes. When it was only an inch or so away he still couldn’t read it, and had to fish for a magnifying glass in his pocket to make the typing visible to him. It was an agonizing moment.

…improvvisamente si è ingarbugliato- e l’amara realtà si è fatta ovvia a tutti. Non stava affatto leggendo. Recitava a memoria. Per riprendere il filo ha portato il foglietto vicino, sempre più vicino agli occhi. Quando era a pochi centimetri, rendendosi conto che non riusciva nemmeno così, ha estratto una lente d’ingrandimento per rendere i caratteri visibili. È stato un momento imbarazzante.

Sperando di aver contribuito a fare chiarezza sull’ennesima pratica pseudoscientifica che viene spacciata nel nostro Paese, non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

PS

Abbiamo salvato la pagina dove viene attribuito a Huxley un Nobel che non ha mai vinto, sia mai che l’autore la corregga senza avvisare i propri lettori…

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Foto di Bud Helisson su Unsplash