La miocardite e Panorama

L'ennesimo esempio di cherry picking allarmistico contro il vaccino per COVID-19

Su Panorama, a firma di Patrizia Floder Reitter, è apparso un articolo dal titolo:

Quando il vaccino fa male al cuore

E questa è la copertina di Panorama in edicola questa settimana:

L’articolo racconta una storia che già conosciamo, l’aumento di casi di miocardite dopo le vaccinazioni anti-Covid. Patrizia Floder Reitter sostiene che ci siano scienziati che minimizzano quando invece dovrebbero approfondire.

Ma è davvero così?

No.

O meglio, è vero che ci sono alcuni studi che hanno dimostrato di come, successivamente alla vaccinazione, ci siano stati più casi di miocardite. Uno dei più completi è lo studio apparso su JAMA Cardiology dal titolo:

SARS-CoV-2 Vaccination and Myocarditis in a Nordic Cohort Study of 23 Million Residents

Studio che riporta per davvero di quest’aumento, queste le conclusioni tradotte:

I risultati di questo ampio studio di coorte hanno indicato che sia la prima che la seconda dose di vaccini mRNA sono associate a un aumentato rischio di miocardite e pericardite. Per gli individui che hanno ricevuto 2 dosi dello stesso vaccino, il rischio di miocardite è più alto tra i giovani maschi (di età compresa tra 16 e 24 anni) dopo la seconda dose…

…Questo rischio dovrebbe essere bilanciato con i benefici della protezione contro la grave malattia COVID-19.

La frase in grassetto dovrebbe già farci capire che c’è qualcosa che non va nell’allarmismo lanciato da Panorama (e da altri come loro, ad esempio l’altra testata dello stesso gruppo editoriale: La Verità). Perché nelle conclusioni dello studio specificano che i benefici del vaccino sono superiori al rischio dell’aumento delle miocarditi?

Perché è già stato dimostrato che l’aumento del rischio è molto superiore in chi contrae COVID-19, e quindi si ritiene non prioritario quanto richiede Panorama: è invece prioritario limitare il più possibile la diffusione del virus per evitare danni al cuore ben più estesi, sia dal punto di vista della quantità che della qualità.

Come spiegava a Reuters Danny Altman, professore di Immunologia dell’Imperial College di Londra:

 …ci sono studi molto ampi, sottoposti a revisione paritaria, che mostrano in maniera statisticamente inoppugnabile che miocardite, pericardite, coaguli di sangue, ictus o attacchi di cuore e morte sono fortemente sbilanciati in coloro che non sono vaccinati e vengono infettati.

Jeffery Morris, direttore di Biostatistica per la Pennsylvania University, sempre commentando lo stesso studio ha spiegato a Reuters che:

… sebbene la miocardite e la pericardite siano più elevate nelle persone vaccinate rispetto alle persone non vaccinate che non sono mai state infettate da SARS-CoV-2, sono 18 volte più alte nelle persone infette da virus.

Diciotto volte superiori. Diciotto. Lo capite che come ordine di grandezza è decisamente importante? Certo, sarebbe bellissimo che si riuscisse a produrre un vaccino che non aumentasse in alcuna maniera il rischio di miocardite e pericardite, ma per ora abbiamo ottenuto un risultato notevole con vaccini che hanno dimostrato di proteggere dall’aggravarsi della malattia, anche nel caso di varianti successive a quelle per cui erano stati messi a punto, e con effetti collaterali molto limitati: infatti, le miocarditi provocate dal vaccino contro COVID-19 hanno generalmente una risoluzione completa entro pochi giorni. Allarmare senza spiegare tutte le cose è a nostro avviso grave.

Ma siamo nel paese in cui fare malinformazione è ritenuto accettabile, se non proprio normale.

redazione at butac punto it

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