Alessandra Mussolini e il vino
Il vittimismo italiano usato per fare politica, anche in Europa
No, oggi non tratto una bufala, ma una figuraccia, quella che Alessandra Mussolini, europarlamentare italiana, ci ha fatto fare al Parlamento Europeo. Credo che questa foto andrebbe mostrata nelle scuole italiane per spiegare come, grazie a lobby e pseudogiornalismo di vario genere, certa gente non si renda conto di quanto si renda ridicola e di quanto rappresenti male il nostro Paese.
Alessandra Mussolini durante un evento del Parlamento Europeo ha preso una bottiglia di vino e ha bevuto a canna, per protesta contro l’etichettatura delle bevande alcoliche. Mussolini mentre beveva aveva un cartello – in italiano, ché l’inglese non è per tutti – dove spiegava la sua protesta. Ve ne riportiamo il testo:
- Nuoce gravemente alla salute dell’economia di uno Stato Membro adottare iniziative che possono in qualche modo limitare la produzione dei beni che rappresentano un’eccellenza del made in Italy.
- Nuoce gravemente alla salute di uno Stato Membro contribuire a limitare la circolazione delle merci.
- Nuoce gravemente alla salute di uno Stato Membro adottare normative che possano impattare drasticamente sulla filiera produttiva riducendo posti di lavoro.
- Nuoce gravemente alla salute di uno Stato Membro creare un vulnus, una ferita alla propria tradizione, alle proprie radici.
- Nuoce gravemente alla salute di uno Stato Membro adottare provvedimenti che abbiano come effetto un ulteriore aumento dei costi di produzione rischiando di mettere in ginocchio le grandi aziende come i piccoli produttori.
La protesta è stata riportata su tutti i giornali italiani, senza però che sia stata affiancata da alcun tentativo di fare chiarezza. Pertanto ci troviamo costretti a ribadire le stesse cose che ormai sono venute a noia a tanti di voi che ci leggete con costanza.
Non c’è nessun attacco alle eccellenze italiane, gli studi degli ultimi vent’anni hanno semplicemente dimostrato che non esiste dose sicura di alcol e che quindi anche quel singolo bicchiere al giorno presenta rischi di cui il consumatore, fino a oggi, non era a conoscenza. Nessuno vuole imporre divieti o limitare la circolazione delle merci (come non si fa nemmeno col tabacco) ma solo rendere noto che appunto ci sono possibili rischi per la salute. Dare a intendere che sia un attacco alla nostra tradizione è tipico di chi vuole fare la vittima, ma come abbiamo ripetuto alla noia l’eventuale etichettatura va a colpire il settore dei produttori di bevande alcoliche, tutti. Nel mondo si stima che il mercato degli alcolici rappresenti circa 1600 miliardi di dollari ogni anno, nel settore degli alcolici non è il vino a farla da padrone bensì la birra, che sul mercato globale muove ogni anno oltre 600 miliardi di dollari. Il vino ne smuove circa la metà. Certo che per l’economia del nostro Paese è importante, come lo è anche per i francesi, come lo è la birra per i tedeschi o il whisky per gli irlandesi. Ma non vediamo lo stesso genere di proteste in Francia, Irlanda o Germania. Perlomeno non con la stessa intensità e rabbia, e non dando a intendere che le etichette siano un attacco “nazionale” come invece viene fatto passare in Italia.
Finché i politici, tutti, si ostineranno a non accettare il fatto che non si tratta di difendere l’economia di un Paese, ma la salute dei cittadini europei saremo sempre un passo indietro con la prevenzione.
maicolengel at butac punto it
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