Naturale vs Artificiale – Riso Rosso Fermentato e Statine
Buonasera.
Parliamo di un nuovo approccio al trattamento all’ipercolesterolemia, ovvero il riso rosso fermentato. Questo prodotto si ottiene dalla fermentazione del riso alimentare (Oryza sativa) da parte di un fungo chiamato Monascus purpureus, il che fa assumere al prodotto il tipico colore.
Uno studio del 1999 condotto su 88 pazienti con ipercolesterolemia ha dimostrato che il gruppo trattato con un preparato contenente lo 0.3% di monacolina K – pari a una dose di 7,5 mg al giorno – ha ridotto significativamente le concentrazioni ematiche di colesterolo-LDL, in un periodo compreso tra 8 e 12 settimane rispetto a un placebo costituito da polvere di riso e con una concentrazione di monacolina K intorno allo 0,1% (per una dose giornaliera inferiore ai 2,5 mg). (fonte EFSA, Heber D, Yip I, Ashley JM, Elashoff DA, Elashoff RM and Go VL, 1999. Cholesterol-lowering effects of a proprietary Chinese red-yeast-rice dietary supplement. American Journal of Clinical Nutrition, 69, 231-236.)
Altri studi, tra cui Lin CC, Li TC and Lai MM, 2005. Efficacy and safety of Monascus purpureus Went rice in subjects with hyperlipidemia. European Journal of Endocrinology, 153, 679-686, hanno dimostrano un reale effetto della monacolina nella riduzione del colesterolo LDL dopo un periodo di trattamento tra le 8 e le 12 settimane.
La scienza medica al momento utilizza principalmente le statine per il trattamento della ipercolesterolemia, ma questi farmaci sono collegati a un rischio seppur minino di tossicità epatica con un aumento delle transaminasi (enzimi utilizzati per valutare la funzionalità epatica) nei primi tre mesi di terapia. Altri effetti collaterali che si possono manifestare sono la mialgia e in alcuni casi la rabdomiolisi. Si tratta di di uno spettro di problematiche muscolari che vanno da un senso di dolorabilità muscolare e di facile affaticamento muscolare (osservato in circa il 1-5% dei pazienti trattati) sino a una vera e propria lisi delle membrane cellulari delle cellule muscolari scheletriche (evento raro che si ottiene nel 0.01% dei trattati). Questi ed altri effetti collaterali si risolvono, nella maggior parte dei casi, in breve tempo con la sospensione della terapia (Farmacovigilanza).
Possiamo quindi festeggiare perchè siamo davanti a un prodotto naturale che ci permette di superare le statine? Il riso rosso, un prodotto che viene dalla natura e non da un laboratorio, ci permetterà di abbandonare l’uso di farmaci potenzialmente pericolosi e mantenerci in salute?
Ho volutamente tralasciato che la monacolina K, nella forma lattonica efficace sulla riduzione colesterolo ematico, è una statina di nome Lovastatina.
Come le altre statine, il suo meccanismo di azione è una inibizione selettiva e competitiva dell’enzima HGM-CoA Reduttasi, proteina chiave nella produzione del colesterolo. Inibendo questa proteina, viene meno un substrato (mevalonato) necessario per la sintesi del colesterolo e le nostre arterie fanno festa.
Il riso rosso non rappresenta una valida alternativa alle statine perché non è un’alternativa. Assumere il riso rosso fermentato presenta, per esempio, gli stessi rischi di sviluppare effetti collaterali a livello muscolare delle altre statine. (Farmacovigilanza, Corriere della Sera)
Ci troviamo a una scelta per la nostra salute. Da una parte abbiamo un farmaco, la statina, con un numero di trial clinici randomizzati importanti alle spalle, nonché schede di sicurezza molto rigide. Le posologie sono precise e nel caso di effetti collaterali, il processo deduttivo che porta alla diagnosi eziologica risulta più semplice per il medico, permettendo di eliminare l’uso del farmaco prima che i danni arrivino a un punto di non ritorno (comunque eventi rari o rarissimi).
Dall’altra abbiamo un integratore alimentare che presenta un’efficacia, con i suoi “se” e i suoi “ma”. L’efficacia c’è se il ceppo di Monascus purpureus produce la monacolina k, ma quale sarà la dose che si assume quotidianamente con un integratore a caso? Gli integratori devono rispettare criteri molto meno rigidi rispetto ai farmaci nella precisione delle concentrazioni delle sostanze contenute.
Così come si può trovare un ottimo integratore, allo stesso modo se ne può trovare uno scadente senza alcuna sicurezza a priori. Spesso chi decide di utilizzare questi trattamenti non lo riferisce al proprio medico e ciò rallenta di molto il processo diagnostico nel caso di problematiche come quelle prima evidenziate.
Arrivati alla conclusione di questo scontro tra “Naturale” versus “Artificiale”, mi azzardo a sostenere che questa distinzione non esiste. È il momento di incominciare a diffondere questo concetto: esiste la chimica, la biochimica e tutte quelle branche scientifiche che permettono di utilizzare le molecole di cui è composta la natura che ci circonda. Una molecola prodotta in laboratorio, se presenta la stessa disposizione degli atomi, non ha alcuna differenza con quella prodotta da una pianta.
Se volete integrare il riso fermentato, vi consiglio di parlarne con il vostro medico di base. È suo dovere informarsi se è il caso di introdurlo per il trattamento dell’ipercolesterolemia; lui può consigliarvi sulla base dei suoi studi.
Se otterrete dei benefici sarà un ottimo risultato per la vostra salute, ma ricordate: se pensate di farvi bene solo perché state usando un prodotto naturale e non un farmaco, siete ancora lontani dal capire realmente cosa sia la Scienza. Il riso rosso fermentato è un farmaco esattamente come tutte le altre statine, solo con una confezione diversa.
DottPA
(dottpa chiocciola butac.it)
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