Il negazionismo climatico sulla tv pubblica
L'ennesimo false balance tra chi è esperto e chi si informa sui social
Ci sono persone che in un paese normale sarebbero ospiti dei media solo in trasmissioni di terza serata su canali commerciali. Poi c’è l’Italia, dove spesso, anche in prima serata, anche sui canali pubblici di quella televisione pagata con le tasse di (quasi) tutti, si continua a invitarli come se dare spazio anche a loro fosse un obbligo. Ma è un errore, un errore grave.
Il 7 giugno in una trasmissione della televisione pubblica era ospite uno scienziato, di quelli seri, di quelli che meritano quello spazio televisivo: Luca Mercalli, meteorologo, climatologo, divulgatore scientifico e accademico italiano. Era ospite per parlare di clima, dei cambiamenti climatici.
Mercalli era l’unico ospite a poter parlare di cambiamenti climatici, nessun altro degli ospiti aveva titoli e competenze per poter dialogare alla pari con lui, eppure sia la conduttrice che uno degli ospiti hanno ritenuto corretto dire la loro, contribuendo ancora una volta alla confusione del pubblico a casa.
Mercalli parla praticamente a fine puntata, cerca di spiegare come sta andando la situazione climatica del nostro piccolo pianeta, evidenziando come anche le guerre non aiutino a salvaguardare la situazione, anzi. La redazione della trasmissione lo inquadra insieme agli altri due che attendono di intervenire. Se si vuole parlare di clima e cambiamenti climatici ci si aspettano due esperti dello stesso livello del bravo Mercalli.
E invece chi abbiamo? Elisa Isoardi, Francesco Borgonovo e Matteo Bassetti, nessuno con specifiche competenze nel settore. Isoardi è la prima a parlare, conferma che la situazione che vede in montagna (da osservatrice non scientifica) è già grave, con la siccità in zone dove non erano abituati a vederla. Ma Berlinguer scalpita per dare la parola a Borgonovo, che dice la sua sulla “rivoluzione green”, non dice cose contro quanto affermato in prima istanza da Mercalli ma denigra pesantemente la battaglia fatta da Greta Thunberg, sostenendo che secondo lui dietro quella rivoluzione green ci siano interessi di vario genere. Si chiama avvelenamento del pozzo, Borgonovo non dice nulla che possa esser confutato in pochi secondi, ma getta quel pesante dubbio che rimane nell’aria e nelle orecchie del telespettatore a casa. Chiunque abbia studiato giornalismo conosce questo sistema di comunicare (in questo articolo e in questo articolo lo spiegavamo anche noi). Chiunque abbia un minimo di spirito critico sa che quanto viene fatto è deleterio perché l’opinione del telespettatore possa formarsi in maniera serena e oggettiva. Borgonovo poi ci dice che lui è assolutamente d’accordo che bisogna stare attenti non all’ambiente, “parola che non significa nulla” (sue testuali parole), ma alla natura…
Ci terrei a un piccolo appunto, questa è la definizione di ambiente sull’enciclopedia per ragazzi che ho a casa:
L’ambiente è un sistema complesso di fattori fisici, chimici e biologici, di elementi viventi e non viventi e di relazioni in cui sono immersi tutti gli organismi che abitano il Pianeta.
Dire che non significa nulla è molto sbagliato, come potete vedere qui sopra. E come da definizione sì, dobbiamo stare attenti proprio all’ambiente, che comprende anche la natura:
Natura: Il sistema totale degli esseri viventi, animali e vegetali, e delle cose inanimate che presentano un ordine, realizzano dei tipi e si formano secondo leggi.
Si prosegue, con Berlinguer che cita la leggenda sfruttata da tanti negazionisti dei cambiamenti climatici. Siamo davvero di fronte all’utente social che riporta quel che ha letto online senza alcuno spirito critico:
Ho letto che nel pieno medioevo tra il 1000 e il 1450 la temperatura era addirittura più calda di oggi…
Mercalli non ci sta, la interrompe sul finir della frase, si agita, spiega che non è affatto vero, che è una bugia, con Berlinguer che con faccia accondiscendente ripete:
Quindi è una bugia quello che si legge in giro…
Mercalli cita i rapporti IPPC, Borgonovo lo interrompe sostenendo che l’IPPC sia molto contestato, Mercalli tenta di spiegare che anche quella è una bufala, chi contesta l’IPPC è una minuscola nicchia di scienziati negazionisti dei cambiamenti climatici, così minuscola che se si facesse uno studio scientifico e loro fossero le reazioni avverse a un farmaco il farmaco sarebbe considerato assolutamente sicuro.
Mercalli su Borgonovo che lo interrompe di nuovo si alza e se ne va, e con lui ci alziamo anche noi per applaudirlo e per contestare questo modo di gestire la televisione pubblica.
Per colpa di trasmissioni come questa, dove si mettono sullo stesso piano una conduttrice tv e modella (Isoardi), un giornalista (Borgonovo), un medico (Bassetti) insieme a uno scienziato del clima, ovviamente, il pubblico a casa pensa per davvero che esista un dibattito sui cambiamenti climatici, a qualche livello anche in seno alla comunità scientifica. Il pubblico a casa vede questi soggetti parlare della stessa materia e pensa abbiano tutti la stessa autorevolezza nel farlo.
Ma è un inganno, grosso, un inganno che se lo fa un canale commerciale pagato solo e unicamente dagli sponsor non ci si può fare nulla, ma se lo fa la televisione pubblica pagata anche dalle nostre tasse qualcosa andrebbe veramente fatto.
Basta con questo tipo di televisione, basta con questo tipo di informazione.
Lasciate che i prezzemolini dei salotti TV (e i padroni di quei salotti, da Vespa a Berlinguer) se ne vadano in altri lidi. La televisione pubblica deve fare informazione corretta, verificata e verificabile, e dare un servizio al cittadino. Non fare cagnara come e più degli altri.
Non credo di poter aggiungere altro, se non un link al bel post scritto dai ragazzi di Chi ha paura del buio sullo stesso argomento! Tanta solidarietà a Luca Mercalli!
maicolengel at butac punto it
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