Omeopatia, fitoterapia e brevetti

Affermazioni senza fondamento scientifico trasmesse dal servizio pubblico in prima serata...

Sabato 15 gennaio, se avessimo fatto una carellata sulle reti Rai in prima serata, avremmo potuto assistere all’apertura di una trasmissione, pagata dalle tasse dei contribuenti, che diceva così:

Dove eravamo il 15 marzo del 2020? Chiusi in casa perché fuori c’era un virus. Il COVID era previsto da anni e non si è fatto nulla per evitarlo.

E noi su quest’apertura vorremmo prendere il telecomando e fracassare lo schermo della TV per non dover sentire il resto. Prevedere che ci sarebbe stata una pandemia prima o poi non significa poterla evitare. È come dire che sappiamo che un terremoto colpirà l’Italia prima o poi, ma che non possiamo evitarlo. Chi comincia una trasmissione così ha un unico interesse: quello di inchiodare lo spettatore alla poltrona per l’ora e mezza che segue. Noi no, a noi l’unica cosa che interessa sono i fatti, e quella singola frase non era un fatto ma pura malinformazione. Gli esperti di sanità pubblica avevano avvertito da anni che una pandemia era sempre più probabile, soprattutto a causa della globalizzazione e dell’aumento dei contatti tra umani e animali. La malattia X di cui parlava l’OMS già nel 2018 non era prevedibile nel senso che si poteva evitare. E non si poteva sapere quando, dove e con quale virus specifico si sarebbe verificata.

Come spiegato dall’amica Roberta Villa su Dottore ma è vero che?

Anche volendo considerare Covid-19 un esempio di malattia X, non è detto che non ne possano arrivare altre. Anzi, al recente incontro dell’World Economic Forum di Davos, il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha ricordato ai potenti del mondo che la dolorosa esperienza da cui stiamo uscendo non esaurisce la minaccia di nuove malattie emergenti. Anzi, le condizioni che dicevamo sopra (cambiamenti climatici, spostamenti di merci e persone, deforestazione e così via) continuano a essere importanti fattori di rischio in molte parti del mondo, soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito dove è più facile che si verifichino contatti tra animali selvatici ed esseri umani, anche se il prossimo spillover, a dire il vero, potrebbe accadere ovunque.

Tutte cose che andrebbero spiegate subito invece che parlare di come vanno le cose in Cina, perché non è detto che la prossima pandemia parta da là, o da un altro posto dall’altra parte del mondo, potrebbe succedere al mercato del pesce di Pozzuoli, come in una strada di Goa in India.

Ma non è di COVID-19 che volevamo parlare oggi. Lo ammetto, ho guardato la trasmissione di sabato sera domenica mattina in streaming, e l’ho guardata perché un lettore ci aveva scritto questa mail:

Nella puntata di oggi su RAI TRE, un professore con piglio professorale, alla domanda  “cosa pensa dell’omeopatia” ha detto chiaramente che ha il massimo rispetto per le medicine che considerano le persone nella loro interezza, e l’omeopatia è una di queste.

E noi, essendoci occupati più e più volte della materia, abbiamo pensato potesse aver senso andare a sentire cosa veniva detto in merito. Ma prima un siparietto promozionale: a 16 minuti dall’inizio della trasmissione appare in video la scritta Oca Sapiens, un nome che noi di BUTAC conosciamo bene. Nella trasmissione quella scritta ha un suo significato collegato al servizio sulla Cina. Ma noi vorremmo che gli autori seguissero la vera e unica Oca Sapiens, alias Sylvie Coyaud: lei sì che sa divulgare la scienza.

Dopo il servizio sulla Cina si parla di antibioticoresistenza, argomento importante e interessante, che va trattato nella maniera più corretta possibile. In studio la conduttrice ne parla col professor Berrino, medico epidemiologo. Vengono dette cose corrette, ad esempio si cita il fatto che, per quanto riguarda gli effetti sulla salute umana derivanti dall’ingestione di queste micro quantità di antibiotici, la letteratura scientifica è limitata. La maggior parte degli studi si concentra sugli effetti dell’uso diretto di antibiotici e sull’antibiotico-resistenza, piuttosto che sugli effetti dell’ingestione di residui presenti negli alimenti. Sul tema cure e medicina viene prima citata la fitoterapia, nel parlarne Berrino dice:

La fitoterapia ha una tradizione grandissima e poi quello che è successo in realtà è che la medicina moderna ha estratto alcune singole sostanze, gran parte dei nostri farmaci derivano dalle piante, però hanno estratto la singola sostanza, l’hanno modificata, per poterla brevettare fondamentalmente…

E, in un discorso sensato, ecco che ricadiamo nella disinformazione new age.

Vedete, questa frase detta così è distorsione della realtà, e più precisamente malinformazione: le piante contengono molte sostanze, ma solo alcune hanno effetto terapeutico. Isolando il principio attivo si può controllare meglio il dosaggio. Oltretutto alcune piante, oltre a elementi benefici, possono contenerne anche di nocivi se non tossici, isolare gli elementi per sfruttare solo quelli che hanno effetto benefico sul nostro corpo ci permette di assumere farmaci più sicuri. Inoltre, esistono molecole naturali che non sono facilmente assorbibili dal corpo umano, e la modifica chimica può renderne l’assorbimento più efficace. Il brevetto esiste per proteggere la ricerca e gli investimenti, ma non è il motivo principale per cui sono state estratte le singole sostanze dalle piante; non spiegarlo è disinformare.

Ed ecco che arriviamo alla domanda che ci ha portato qui, la conduttrice chiede al professore:

Che cosa pensa dell’omeopatia?

E questa è la risposta:

Ho una grande stima per tutte quelle medicine che considerano l’uomo nel suo complesso e non specificamente organo per organo. E allora l’omeopatia è una di queste medicine.

La conduttrice lo incalza:

…c’è un dibattito su questo, perché la prova scientifica, secondo quelli che sono i parametri della scientificità,  non ci sono, quindi come facciamo a dire che un rimedio, peraltro spesso sono anche costosi, sono efficaci?

Berrino:

Ti racconto un aneddoto: viaggiavo su un cargo battente bandiera liberiana, ah no scusate quella è un’altra storia… viaggiavo su un pullman da Nuova Delhi ad Aramsola dove c’è la sede dell’università di medicina tibetana [a noi risulta che l’Università di medicina tibetana sia a Varanasi, ma ovviamente possiamo sbagliare ndmaicolengel] e il medico tibetano che mi accompagnava mi faceva vedere questi bellissimi campi gialli, vedi questo è il sesamo, noi lo usiamo per le patologie delle ossa, e io gli dico, ma certamente, è molto ricco di calcio. Ah si, mi fa lui, è ricco di calcio? Non lo sapevo. No, noi lo usiamo perché è caldo e umido, mentre le ossa sono la sede del vento, sono fredde e secche. Da allora io ho pensato che ci sono tante strade per la conoscenza. Tante strade che possono arrivare a dei risultati molto utili anche nella medicina. Per questo io ho un grande rispetto per questo tipo di medicina, del caldo del freddo, del secco dell’umido, anche se non ci sono delle sperimentazioni cliniche controllate che ne abbiano dimostrato l’efficacia…

Il siparietto pro-omeopatia non si conclude così, dopo un veloce scambio di battute Berrino ci dice che:

Il mondo scientifico occidentale è contro gli studi formali per l’omeopatia. All’istituto dei tumori di Milano dove lavoravo un collega proponeva delle diluzioni altissime di arnica e di nux vomica per prevenire le complicazioni dell’intervento per i tumori al seno. Il comitato scientifico ha bocciato questa cosa, poi io ho insistito sulla cosa: ma se volete dimostrare che non serve consentiamo di fare lo studio, insomma alla fine il comitato scientifico ha accettato di fare lo studio, di fare questa sperimentazione, che però è stata proibita dal comitato etico. Perché il comitato etico ha deciso che non è etico utilizzare un farmaco che non è possibile che agisca.

Sia chiaro, nel caso specifico la conduttrice ripete che mancano studi, evidenzia che l’azienda che produce rimedi omeopatici potrebbe fare ricerche a dimostrazione dell’efficacia dei suoi prodotti, specie visto quanto la stessa guadagna dalla vendita. Ma riteniamo che questa presa di posizione sia insufficiente da parte della trasmissione. Va detto chiaramente che l’omeopatia non è medicina. Non è una terapia scientifica, e non ci sono evidenze che funzioni oltre l’effetto placebo. Il principio su cui si basa – la diluizione estrema di principi attivi – è privo di fondamento scientifico. Una diluizione omeopatica 30CH significa che la sostanza è stata diluita al punto che non ne resta nemmeno una molecola. È acqua con zucchero, venduta a prezzi astronomici. Se un farmaco omeopatico funzionasse davvero, vorrebbe dire riscrivere le leggi della chimica e della fisica. Gli studi indipendenti confermano che non c’è alcuna efficacia misurabile.

Il ruolo della TV pubblica

E qui arriviamo al perché di quest’articolo. Ci chiediamo, infatti: perché una trasmissione del servizio pubblico diffonde affermazioni pseudoscientifiche senza un contraddittorio adeguato? Possibile che nel 2025 si debba ancora sentire una difesa dell’omeopatia, con aneddoti e argomentazioni deboli? Il pubblico merita informazioni basate su prove scientifiche, non su opinioni personali. Dare a intendere che tutte le opinioni abbiano lo stesso valore è sbagliato, poco c’interessa l’aneddoto di Berrino in pullman in India; vorremmo, specie in prima serata di sabato sera, un contraddittorio serio, che permetta al pubblico a casa di farsi un’idea più precisa dei fatti, quelli conclamati e verificati, e invece abbiamo una narrazione che permette a tesi pseudoscientifiche di arrivare nelle case degli italiani, senza che vi sia un giusto filtro critico a mediare le informazioni.

Non crediamo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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