Leggenda urbana: non mangiamo 8 ragni nel sonno

...e anche la storia dell'origine della leggenda metropolitana è una trollata in cui in molti sono caduti...

Pensiamo che sia una buona idea quella di passare queste vacanze invernali in maniera un po’ più rilassata, dedicandoci ad articoli più leggeri del solito. Quindi inauguriamo oggi una serie di brevi fact-checking su alcune note leggende urbane.

Partiamo con una che potremmo quasi definire gastronomica, la leggenda che narra che nel corso di ogni anno della nostra vita mangeremmo otto ragni nel sonno.

L’origine

Questa leggenda urbana ha un’origine decisamente curiosa, che è poi la ragione per cui l’abbiamo scelta. La leggenda narra che negli anni Novanta del secolo scorso una giornalista americana, Lisa Birgit Holst, scrivesse un articolo che aveva lo scopo di dimostrare quanto fosse facile far circolare informazioni false. Per rendere il più possibile evidente il punto si inventò una serie di “fatti assurdi” con cui condire il suo articolo, tra cui appunto la storia dei ragni. Holst sosteneva che la storia fosse stata raccontata in un libro del 1954, Insect Fact and Folklore, che riportava quel dettaglio a pagina 24.

Ironia della sorte, sono passati quasi 35 anni e quel fatto assurdo nato per scherzo è ancora una delle leggende urbane più diffuse.

Ma ci sono diversi motivi per cui è improbabile che anche un solo ragno finisca nel nostro stomaco nel corso della notte.

Il nostro respiro produce vibrazioni e anidride carbonica, grazie ai quali per un ragno camminare nella zona della nostra bocca aperta sarebbe un po’ come per noi camminare sull’orlo di un vulcano attivo. E anche ammesso che un ragno finisse sul nostro corpo durante la notte, i nostri movimenti nel sonno lo porterebbero a scappare.

Ma aspettate un secondo, riavvolgete il nastro, avete letto con attenzione l’inzio della leggenda? Abbiamo scritto che la “leggenda narra” per un motivo ben preciso: anche Lisa Birgit Holst è un falso, esattamente come la storia dei ragni. Il nome non è altro che l’anagramma di This is a big troll. Difatti il nome di Lisa Birgit Holst viene dal creatore di Snopes, che nel 2001 s’inventò l’origine del mito in un articolo in cui lo debunkava. Solo nel 2021 ha ammesso la trollata, chapeau!

Per completezza, la leggenda urbana circolava da ben prima del falso articolo sulla falsa rivista della falsa giornalista, Snopes non ha fatto altro che sfruttare la leggenda per arricchirla a sua volta di un dettaglio completamente inventato.

Non crediamo sia necessario aggiungere altro, sarebbe bello vedere le correzioni dei content creator italiani che hanno riportato l’origine della leggenda attribuendola a Lisa Holst.

maicolengel at butac punto it

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