Un altro cimitero di auto elettriche…

Approfondiamo la vicenda di Pand-Auto così da comprendere perché migliaia di auto elettriche sono state abbandonate

Ci sono state segnalate delle immagini che vengono condivise dai soliti detrattori della transizione ecologica, con soggetto un altro supposto cimitero di auto elettriche, condiviso dalla pagina ArcheoAmbiente a settembre e ripreso da tanti che preferiscono cliccare il pulsante Condividi prima di fare la benché minima verifica.

Il post di ArcheoAmbiente lo trovate qui, e condivide queste tre immagini:

Accompagnate da questo testo:

Cina: ecco come appare un cimitero di auto elettriche.
In Cina diversi “cimiteri” di auto elettriche mostrano il fallimento del modello di veicolo condiviso. Migliaia di auto abbandonate, soprattutto della Panda Auto, si accumulano in terreni abbandonati a causa del fallimento di diverse startup che non sono riusciti a mantenere la loro attività. Ciò riflette le difficoltà dell’economia collaborativa e la sovraofferta di veicoli elettrici nel paese, nonostante i sussidi governativi.

Planeta Tierra

Come capite dal testo, la fonte è una pagina che si chiama Planeta Tierra, pagina che in spagnolo aveva generato lo stesso post a inizio settembre 2024. Le foto sono vere, quello che non è corretto è come viene narrata la notizia allo scopo di denigrare l’elettrificazione del parco auto. Qui il problema in realtà non sono le auto elettriche, ma sia ad ArcheoAmbiente che a Planeta Tierra non fa comodo che voi lo sappiate: evidentemente sono pagine gestite da soggetti che hanno una specifica agenda da seguire.

La storia delle foto in questione non riguarda la motorizzazione di quei veicoli, ma il fallimento di Lifan, produttrice delle vetture (successivamente acquistata da un’altra azienda) e di Pand-Auto, azienda di car sharing.

Ma vediamo di raccontare la vicenda dall’inizio.

Nel 2018 Pand-Auto, azienda di car sharing cinese, con ventimila veicoli di proprietà e circa quattro milioni di utenti in dodici città della Cina, si trovava in un momento di buon successo economico, al punto che pensò di fare un passo in più: lanciare il primo servizio di taxi autonomi nella città di Xunquim (trenta milioni di abitanti), macchine a noleggio autoguidate. Per fare ciò unì le forze con Lifan, l’azienda che produceva i veicoli usati da Pand-Auto. Ma, dopo un mese dall’inizio del servizio in fase di testing, i risultati furono pessimi, e il progetto fu chiuso. Lifan, che aveva investito molto nel progetto, alla fine del 2020 ha dichiarato un debito di circa quattro miliardi di dollari e successivamente la bancarotta. La stessa cosa è successa a Pand-Auto nel 2021: anche loro hanno dovuto dichiarare di non essere più in grado di pagare i debiti e hanno chiuso, col parco macchine bloccato dal tribunale. Parco macchine che è possibile vedere nelle foto di cui sopra. Dunque le auto sono così non perché ne hanno prodotte troppe e vi sia una sovraofferta, non perché non funzionassero, non perché abbia fallito il “modello di veicolo condiviso”, ma perché un’ordinanza del tribunale le ha sequestrate e bloccate in seguito al fallimento del progetto di taxi a guida autonoma.

La cosa più fastidiosa è che nei commenti al post di ArcheoAmbiente (e anche di Planeta Tierra) sono in tanti a spiegare le cose nella maniera corretta, ma gli admin delle suddette pagine se ne infischiano, consci che tanto la maggior parte di quelli che la pensano come loro condivideranno senza nemmeno dare un’occhiata ai commenti.

Che schifo.

maicolengel at butac punto it

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