Repubblica, il buono da mille lire e Giustitalia…
Come abbiamo ripetuto fino alla nausea, questo genere di notizie sarebbe molto facile da verificare
Alle volte uno non riesce davvero a capire il criterio di selezione delle notizie applicato da certe testate. Oggi ci tocca riparlare brevemente dei nostri amici di Giustitalia che sono riusciti a mettere a segno un altro grande colpo nei confronti del giornalismo italiano.
Titolava Repubblica il 15 maggio 2024:
Ancona, trova buono postale da mille lire nell’enciclopedia: oggi vale 40mila euro
Tra le righe dell’artiocolo ecco spuntare i nostri eroi:
Quel buono da 1.000 lire, balzato fuori dall’enciclopedia, varrebbe ben 41mila euro. Questa la stima dell’importo che gli sarebbe stata fatta dall’associazione Giustitalia, che si occupa dei diritti dei consumatori e alla quale l’uomo si è rivolto. Il titolo è stato valutato da un consulente dell’associazione. Orciani ha avviato ora tutte le pratiche per verificare la possibilità di poter riscattare il suo buono ed è attualmente in attesa di una risposta. “Sono come San Tommaso – racconta il signor Orciani alle agenzie -, finché non vedo non credo. Ma quando ho fatto questa bella scoperta, ho mandato tutta la documentazione all’associazione Giustitalia ed ora aspetto. Aspetto con serenità”.
Ed è l’unica cosa che può fare il caro Stelvio, perché, come già vi abbiamo spiegato ormai fino alla nausea, non esiste alcuna possibilità di incasso di quella somma. E probabilmente il buono postale nemmeno esiste, ma non è questo il punto. Il punto è che questi articoli dovrebbero servire come cartina di tornasole del giornalismo. Una testata che pubblica articoli che hanno come protagonista Giustitalia è una testata che non applica un serio controllo delle fonti e che non fa alcuna verifica di quanto viene riportato dalla propria redazione. Quindi, si tratta di una testata di cui non dovreste fidarvi, mai.
Qualche settimana fa una giornalista mi chiedeva:
Ma che prove hai che siano bufale?
Io ho provato a risponderle, poi le ho inviato alcuni dei nostri articoli più vecchi che spiegavano il modus operandi di questi soggetti. Non ha capito, ha continuato a chiedermi che fonti avessi che quella specifica notizia fosse falsa, ho cercato di farle capire che non era importante quella specifica notizia bensì il metodo, ma non c’è stato verso.
Ripetiamo, sono NON notizie, in quanto le regole per i cambi di vecchi coni o di buoni postali o di altro genere sono chiare e sono le stesse per tutti, pubblicare articoli dando a intendere che così non sia e che qualche “associazione che difende i consumatori” possa far cambiare le regole è semplicemente disinformazione. Dopo dieci anni dalla sua scadenza il buono postale è caduto in prescrizione, come sancito dall’articolo 2946 del Codice Civile, una redazione giornaliustica che si rispetti dovrebbe saperlo e spiegarlo ai propri lettori.
Non credo di dover aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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