La sentenza di Busto Arsizio, spiegata
Vietato isolare e discriminare i non vaccinati al lavoro?
Ci avete segnalato un articolo apparso sul giornale fondato da Matteo “Occhioni da cerbiatto” Gracis, titolo dell’articolo:
Un’azienda è stata condannata per aver discriminato i dipendenti non vaccinati
Articolo che la prima cosa che fa è linkare la sentenza a cui fa riferimento, e per questo a Valeria Casolaro, autrice dell’articolo, va tutto il nostro plauso: fosse fatto da tutti i giornalisti il mondo sarebbe un posto migliore.
L’articolo è corretto, riporta riassunte le motivazioni della sentenza, purtroppo in tanti però lo condividono solo sulla base del titolo, dando a intendere che la sentenza riguardi in toto i dipendenti non vaccinati. Basta guardare su Telegram, nei gruppi degli antivaccinisti, o andare sui siti che li spalleggiano come Eventi Avversi, che difatti titola:
IMPORTANTE – Nuova Pronuncia a favore dei non vaccinati. Vietato isolarli e discriminarli al lavoro. Prospettato reato di mobbing e risarcimento danni.
Ma le cose non stanno così.
La sentenza del tribunale di Busto Arsizio, come spiegato da Casolaro, riguarda fatti avvenuti a settembre 2021, prima dell’introduzione dell’obbligo del Green pass. Infatti la sentenza specifica che l’azienda in questione, prima dell’introduzione del Green pass, non poteva isolare i suoi dipendenti, com’è invece stato fatto per non farli stare a contatto con i colleghi vaccinati. L’azienda in questione, che non viene mai citata, in pratica aveva introdotto l’obbligo di esibire il Green pass ben prima di quando è arrivato l’obbligo statale, e i dipendenti che non ne erano in possesso, non potendo essere lasciati a casa, erano stati costretti a lavorare in altra sede rispetto a quella abituale, sede che oltretutto è risultata inadeguata.
La sentenza si limita a punire questo comportamento da parte dell’azienda, comportamento che veniva ritenuto errato anche dall’Unione Europea, come riportato chiaramente nel regolamento del Parlamento Europeo:
“è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid -19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate”
Quindi per riassumere, la sentenza era tranquillamente prevedibile, non racconta nulla di nuovo, punisce un’azienda per aver introdotto troppo presto obblighi che non erano ancora previsti e per aver discriminato chi ha scelto di non vaccinarsi quando non aveva il diritto di farlo. Non spiegare queste cose, come fanno su Eventi Avversi, può portare solo a nuove multe, nuovi ricorsi e a gente che sarà costretta a pagarsi l’avvocato.
Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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