La sinistra americana e la disinformazione

Anni fa, proprio qui su BUTAC cercammo di spiegare a chi sosteneva che le fake news erano diffuse solo dai sostenitori delle destre che stavano cascando in un inganno, inganno che partiva dal bias del sentirsi dalla parte dei giusti.

Nel 2020 ad esempio, facendo riferimento a un post di Fabio Salamida – post che ritenevo pieno di pregiudizi -, scrivevo:

Affibbiare un’etichetta politica alle bufale è sbagliato, e che lo faccia un giornalista con tanto seguito social dispiace. Dispiace perché a sua volta sta disinformando. E ci sono tanti che lo seguono e che grazie a post come quello qui sopra si sentono più intelligenti e superiori, o immuni dall’information disorder, ma non lo sono.

E di esempi di bufale di sinistra ne potremmo fare tante, ma oggi non siamo qui per parlare della bufale della politica italiana. Bensì di un’altra sinistra, quella americana, e a poca distanza dal voto, perché, come titola il New York Times:

Left-Wing Misinformation Is Having a Moment

L’articolo, che porta la firma di Stuart A. Thompson e Tiffany Hsu, racconta di come – dopo anni di dominio delle bufale spinte dalla destra americana – in questo momento la disinformazione politica fatta a suon di bufale si sia diffusa anche a sinistra. Ad esempio il New York Times cita l’accusa, senza prove, che l’attentato a Trump sia stata una messinscena, o ancora Mark Hamill, noto in Italia per aver dato il volto a Luke Skywalker nella saga di Star Wars, che condivide sul suo profilo X un falso programma di intenti di Trump, dando a intendere ai suoi fan che sia vero e dicendosi spaventato per la democrazia

La stessa Kamala Harris ha diffuso misinformazione condividendo una clip di Trump e dando a intendere che l’ex presidente in corsa per un nuovo mandato fosse confuso su dove si trovasse in quel momento. Ma le cose sono state chiarite dai colleghi di AFP Fact Check poco dopo.

Il NYT sostiene (e noi purtroppo in questo dobbiamo limitarci a riportare quanto dicono) che la disinformazione a sinistra è meno impattante di quella spinta da destra, in quanto gli attori in gioco a destra sono più inclini a condividere false narrazioni. Non sono così d’accordo, può essere che sia così oggi, nella campagna elettorale americana. Ma vedo legioni di ex votanti a sinistra esser caduti in narrazioni disinformative spinte da politici che avevano a cuore solo ed esclusivamente i propri interessi politici, e non quelli del Paese.

Purtroppo tra i motivi che favoriscono la diffusione di teorie complottiste vi sono il clima di sfiducia e incertezza che caratterizza il periodo elettorale, nonché la natura dei social media, che enfatizzano la viralità rispetto alla veridicità delle informazioni.

Noi continuiamo a sperare che partendo dalla scuola le cose possano prima o poi cambiare, ma ogni giorno che passa vediamo quella speranza affievolirsi. Consci che il nostro lavoro di fact checker non ha alcuna efficacia in un mondo dove conta di più quanto un contenuto è virale rispetto a quanto lo stesso sia supportato da fonti autorevoli e verificabili.

Troppo spesso abbiamo visto i manipolatori spingere i propri follower a rimarcare il fatto che “loro” avevano più fan di noi o più interazioni di noi, come se questo avesse qualche valore in termini di valutazioni dei fatti.

Vi inviteremmo a leggere l’articolo del NYT, non fosse che è dietro paywall solo chi è abbonato o ha un amico abbonato può raggiungerlo – speriamo lo sblocchino, perché quanto riporta è comunque importante.

La disinformazione di massa non ha colore politico, viene usata da tutti, in base a momenti e contesti, ma è trasversale, se in un determinato periodo pare ci caschino e la diffondano soprattutto da una parte questo non significa che sia sempre così.

maicolengel at butac punto it

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