Soffro di una grave malattia…
Quella di cui parliamo oggi è una di quelle truffe che colpiscono purtroppo quasi solo ed esclusivamente le persone sole, digitalmente arretrate, e bisognose. Guarda caso i truffatori prima di diffondere il messaggio si iscrivono con profili falsi a centinaia di gruppi social (solitamente quelli dedicati a persone malate, persone molto religiose, amanti degli animali, anziani, gente in cerca dell’anima gemella) dove diffondere il loro appello, sapendo che troveranno qualcuno che cascherà nella trappola.
Oltre a diffondere la truffa attraverso gruppi social sfruttano anche i post sponsorizzati, tanto l’amministrazione di Facebook oggi come oggi fa passare tutto:
Il testo lo troviamo anche con lievi modifiche:
Mi chiamo Daniella Durenn, sono nata in Germania ma attualmente mi trovo in Francia e mi dispiace lasciare questo messaggio. Soffro infatti di una grave malattia che mi condanna a morte certa, è il cancro alla gola. Ho dei beni sul mio conto in banca, che è una grossa somma di denaro, e non voglio lasciarli in banca. Dopo le cure e le analisi del mio medico, mi informa che ho ancora pochi giorni da vivere sulla terra 😔, quindi sono obbligato a donare la mia fortuna. Ho quindi deciso di condividere la mia ricchezza con i cittadini che hanno bisogno di soldi se sei interessato ti aiuterò a ottenere la tua parte.
Lasciami un messaggio privato così possiamo comunicare.
A fra poco …
Senza Se… Senza Ma…
E così via. Alcuni profili che mostravano i post sponsorizzati sono stati chiusi, altri sono tutt’ora attivi. E i testi sono in italiano, tedesco, rumeno, olandese, francese. Il succo è sempre lo stesso: sono malata voglio donare i miei soldi a degli sconosciuti. Ma la domanda che spesso ci fate è: come funzionano queste truffe? Beh, il messaggio iniziale serve per prendere contatto, il racconto deve sempre essere qualcosa di toccante che porti la possibile vittima della truffa ad abbassare le difese (ma diciamocelo, se caschi in questi post le tue difese sono già al minimo possibile). Se entriamo in chat con i truffatori subito tenteranno di stabilire un legame emotivo con noi, ed è per questo che cercano potenziali vittime su pagine social dove sanno che troveranno persone già di per sé facilmente suggestionabili.
Una volta stabilito un minimo legame emotivo si passa alla richiesta di svariate informazioni personali, dal nome completo (con la scusa di inviare il denaro che vogliono donare), che serve per essere sempre più in intimità con la potenziale vittima, a quelle informazioni che possono servire per capire quanto potranno tirare la corda (ad esempio se la vittima ha un lavoro stabile, e quindi entrate costanti a cui accedere), e così via. La trappola scatta quando alle vittime viene chiesto un aiuto per coprire le spese legali nel Paese di residenza, spese che non possono essere pagate dal donatore ma devono essere pagate dal beneficiario. A volte non ci si limita a un singolo pagamento, si continuano a chiedere piccole somme, magari con cadenza mensile, fino a che il truffatore non ritiene di aver ottenuto quanto più denaro possibile dalla vittima, a quel punto il profilo viene chiuso, o viene bloccato quello del beneficiario.
Come proteggersi:
- Non rispondete ai messaggi sospetti, ignorateli e se possibile segnalateli.
- Non condividete mai informazioni personali a sconosciuti con cui avete rapporti solo online.
- Verificate le storie: fate qualche ricerca per controllare la veridicità delle storie che vi vengono raccontate.
- Consulenza legale: Se avete dei dubbi, consultate un avvocato o un professionista legale prima di prendere qualsiasi decisione.
maicolengel at butac punto it
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