Trump, il bagno di sangue, ByoBlu e la contestualizzazione
E già che ci siamo spieghiamo per l'ennesima volta come "lavoriamo"
Un lettore ci ha segnalato che siamo stati citati dal TG di ByoBlu del 19 Marzo 2024 in chiusura di un servizio di Michele Crudelini. Il giornalista di ByoBlu ci ha citato accusandoci di non essere intervenuti nello smentire la dichiarazione di Trump sul “bagno di sangue” di qualche giorno fa, dichiarazione che invece loro hanno spiegato con attenzione nel loro servizio.
La prima cosa che voglio subito dire è che la redazione di ByoBlu, per una volta, ha fatto le cose nella maniera corretta, hanno contestualizzato la frase di Trump sul bagno di sangue in modo che si capisse a cosa facesse specifico riferimento il candidato alla presidenza americana. Contestualizzare una frase è una delle basi del fact-checking, noi qui su BUTAC lo spieghiamo da anni, e più volte ci è capitato di cogliere in fallo proprio ByoBlu e la sua decontestualizzazione di frasi e concetti per piegarli ai propri fini disinformativi. È curioso vedere come la redazione di ByoBlu abbia contestualizzato la dichiarazione di Trump sul bagno di sangue e in altre occasioni invece abbia omesso questo processo giornalistico importante. Sembra quasi che la contestualizzazione vada bene solo quando serve al proprio scopo.
C’è un’altra cosa però che ci interessa approfondire. Crudelini ci ha citato in compagnia di altri due “brand del fact-checking”, Open e Facta, e chiunque abbia sentito la frase finirà per pensare che siamo tre realtà sovrapponibili, simili fra loro. Ma anche qui andrebbe fatta contestualizzazione. Open e Facta sono testate registrate, con investimenti e fondi alle spalle, esattamente come ByoBlu. BUTAC invece è un blog, un blog dove la maggioranza dei contenuti è realizzato da una sola persona, me stesso, maicolengel, al secolo Michelangelo Coltelli, fondatore, admin e autore principale. La maggior parte di quello che viene pubblicato su BUTAC è scritta da me e revisionata dalla sempre presente Noemi Urso, abbiamo qualche aiuto, volontario e non pagato, che nei ritagli di tempo scrive qualche articolo per noi, ma non siamo minimamente paragonabili a una redazione come quella di Crudelini o gli altri due citati.
Loro sono pagati per il tempo che passano in redazione, sono pagati per leggere la stampa internazionale, per spulciarla alla ricerca di articoli da cui fare taglia-traduci-incolla. Io no. ByoBlu oltretutto è pagata sia dagli sponsor (di uno parliamo in uno dei prossimi articoli) che dagli spettatori stessi, a cui con regolarità viene chiesto denaro, con la minaccia di chiudere tutto se non arrivano nuovi fondi.
Dare a intendere che siamo paragonabili è fare disinformazione. BUTAC è un blog indipendente, gli articoli che pubblichiamo si basano principalmente sulle segnalazioni dei nostri lettori, cosa che abbiamo ripetuto più volte negli ultimi undici anni. Non è che BUTAC non abbia voluto parlare della dichiarazione di Donald Trump, ma nessuno dei nostri lettori ce l’ha segnalata, e in ogni caso – specifichiamo per chiarire una buona volta – non tutte le segnalazioni vengono sempre trattate, perché il tempo è una risorsa limitata e chi gestisce un blog senza che ne abbia mai fatto il suo lavoro lo attinge da quello libero, che toglie alla famiglia e ad altre attività e che comunque a un certo punto si esaurisce. A oggi mensilmente tra donazioni e pubblicità BUTAC raccoglie non più di 500 euro mensili, che ovviamente non permettono di pagare qualcuno per fare fact-checking al posto di chi viene pagato per farlo ma non lo fa lo stesso. ByoBlu, secondo quanto riportato da loro stessi, tira su 257mila euro al mese (basandoci sui dati consolidati di febbraio 2024).
A questo però voglio comunque aggiungere un’ulteriore considerazione verso quanto riportato da Crudelini. È vero: Trump parlando di “bagno di sangue” si riferiva a quello che, secondo lui, potrebbe succedere all’economia del mercato automobilistico, o meglio, si riferiva a quello che ritiene succederebbe se lui non venisse rieletto, lui unico difensore dell’economia americana.
Nel servizio di ByoBlu pare che nessuna delle note testate americane abbia riportato quest’informazione nella maniera corretta, dando tutte a intendere che Trump parlasse di bagno di sangue in senso reale, ma è davvero così?
In realtà quasi tutte le testate americane (almeno quelle serie) hanno fin da subito specificato le cose nella maniera corretta, ed è per questo che probabilmente nessuno ce l’ha segnalata. Ad esempio questo è il titolo della CNN del 17 marzo:
Trump warns of ‘bloodbath’ for auto industry and country if he loses the election
ABC News:
Trump, while addressing auto industry, says there will be ‘bloodbath’ if he loses 2024 election, ramps up anti-migrant rhetoric
E tutti, anche se non esplicitavano la cosa nel titolo, hanno usato le virgolette sulla parola “bloodbath”, virgolette che venivano spiegate nei tanti articoli che contestualizzavano nella maniera corretta quanto sostenuto da Trump.
Trump nel suo discorso stava criticando la leadership del sindacato dei produttori di automobili statunitensi, sindacato che ha appoggiato Biden nella sua elezione nella sua candidatura alla presidenza. Nel suo attacco Trump ha sostenuto che tutte le automobili elettriche vendute negli States fossero prodotte in Cina, e che se se lui non venisse eletto i cinesi farebbero man bassa del settore visto che stanno aprendo fabbriche in Messico per inondare il mercato nordamericano. In realtà questa è un’affermazione imprecisa. Tesla e Volkswagen, tra i maggiori marchi di vetture elettriche vendute negli States, producono i loro veicoli elettrici in California. E altri vengono importati da Paesi come la Corea del Sud, non dalla Cina. Ma Trump non è interessato ai fatti, bensì a come può piegarli per i suoi fini.
Al momento nessun quasi produttore cinese di veicoli elettrici vende auto negli Stati Uniti con i propri marchi, a meno che non consideriamo Polestar. Anche senza la presenza di Trump già adesso esiste una legge protezionistica, che è supportata anche da Biden, e che prevede che qualsiasi veicolo di fabbricazione cinese venduto negli Stati Uniti debba affrontare una rigida tassazione del 27,5%. Un giornalista serio, oltre ad avere inserito all’interno del contesto la frase sul bagno di sangue, avrebbe dovuto spiegare anche queste cose. Crudelini e la sua redazione non l’hanno fatto.
maicolengel at butac punto it
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