In campagna con la cospirazionista

Laura Loomer e Donald Trump

Eh no, il titolo di quest’articolo potrebbe avervi ingannato, ma non stiamo parlando di una scampagnata in compagnia di amici complottisti. No, il titolo fa riferimento a una figura che affianca Donald Trump da qualche tempo nella sua campagna elettorale per le presidenziali: Laura Loomer.

Il nome Laura Loomer non mi era nuovo quando l’ho visto per la prima volta affiancato a quello di Trump, e difatti me l’ero trovata davanti in più occasioni, sia quando ci siamo occupati di Project Veritas (antiabortisti e antivaccinisti) sia quando abbiamo trattato notizie che avevano come fonte Infowars di Alex Jones. Loomer difatti è un’attivista politica dell’estrema destra americana che in passato ha collaborato sia con Project Veritas che con Alex Jones.

La sua collaborazione con queste realtà l’ha trasformata in un’influencer dell’estrema destra, così nota per i contenuti di incitamento all’odio che condivideva online che le è stato vietato di accedere ad alcuni social media e le sono state revocate le credenziali stampa che usava per partecipare ad alcuni eventi.

Loomer da quest’estate è stata vista spesso al fianco di Trump, e alcuni sostengono che il siparietto di Trump sugli immigrati che si mangiano cani e gatti dopo averli rubati ai legittimi proprietari possa avere come fonte proprio la stessa Loomer.

Ma chi è Laura Loomer?

Nata e cresciuta in Arizona, salta agli onori delle cronache nel 2015, quando registra di nascosto i funzionari della sua università, la Barry University. L’incontro registrato con telecamere nascoste è tra Loomer stessa e i funzionari: la donna sta infatti chiedendo di poter fondare un club all’interno dell’università dal nome “Studenti solidali a sostegno dello Stato islamico dell’Iraq e della Siria”. Secondo quanto si capisce nella registrazione, i funzionari si oppongono non al club di per sé ma al nome scelto, preferendo “Studenti a sostegno del Medio Oriente”. Ma perché una studentessa di estrema destra fa una richiesta del genere e si registra con telecamere nascoste? La risposta è semplice: siamo di fronte a qualcuno che ha appreso l’arte del giornalismo disinformativo da uno dei migliori, James O’Keefe. Il video registrato di nascosto serviva infatti a sostenere che alla Barry University ai funzionari andava bene organizzare manifestazioni a sostegno dell’ISIS.

Sempre nel 2015, la nostra eroina cercò di offrire ad alcuni collaboratori di Hillary Clinton delle donazioni per la campagna elettorale che, se fossero state accettate, avrebbero potuto essere sfruttate per accusare lo staff di Clinton di aver incassato soldi in modo non conforme alle regole sui fondi. Anche in questo caso Loomer agiva per conto di Project Veritas.

Insomma, una cospirazionista che non si tira indietro quando c’è da mentire per portare avanti specifiche narrazioni vantaggiose per le cause che sostiene, esattamente come James O’Keefe o Alex Jones.

Cosa ne pensano i Repubblicani?

Questa è la parte più divertente: a molti Repubblicani Laura Loomer non piace affatto. Il senatore Thom Tillis l’ha definita una “pazza teorica dei complotti” che diffonde “spazzatura disgustosa” e che sta danneggiando le possibilità di Trump di vincere la rielezione. Addirittura alcuni Repubblicani sostengono che possa essere una talpa messa a fianco di Trump dai Democratici così da minare la campagna presidenziale. L’ex presidente dal canto suo ha minimizzato le preoccupazioni su Loomer, definendola semplicemente “una sostenitrice”. Ha aggiunto di non essere a conoscenza dei commenti controversi che Loomer ha fatto nel corso del tempo, e ha sostenenuto che non sia sul suo libro paga per la campagna elettorale, descrivendola come “uno spirito libero” che dice ciò che vuole.

A noi che ce frega?

La presenza di Laura Loomer nella campagna elettorale di Donald Trump può essere vista come parte di una strategia populista che ricorda, in parte, quanto fatto da alcuni partiti italiani, anche tra quelli al governo attualmente. Partiti che cavalcano e hanno cavalcato in campagna elettorale temi fortemente divisivi, come l’immigrazione, la sicurezza e l’identità nazionale, sfruttando a grandi mani anche la disinformazione più becera che combattiamo da undici anni proprio qui su BUTAC.

Loomer è l’incarnazione dell’estremismo e della disinformazione, elementi che alimentano il sostegno di una certa fetta dell’elettorato – anche se in contemporanea compromettono la credibilità di chi li sfrutta (o almeno la comprometterebbero se l’elettorato fosse razionale). Come abbiamo visto queste tattiche non sono nuove né limitate agli Stati Uniti, ma trovano riscontro anche in Italia. Loomer è solo un altro esempio di come il populismo, la propaganda e la manipolazione delle paure collettive continuino a giocare un ruolo centrale nelle moderne campagne elettorali, e proprio per questo è essenziale mantenere alta la guardia contro la disinformazione.

Per chi vuole approfondire la figura di Laura Loomer, NewsGuard ha pubblicato in questi giorni un “greatest hits” a tema.

maicolengel at butac punto it

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