Quelle di Trump sono minacce attuabili?

Trump minaccia di arrestare o deportare gli studenti che partecipano a "proteste illegali" e tagliare i fondi alle Università. Può farlo? Abbiamo provato ad approfondire

Oggi non parleremo di una bufala ma di una notizia vera, un post che ha scritto Donald Trump poche ore fa e che finora ha avuto scarso risalto sul web italiano e sui media, in particolar modo quelli che sono sempre stati in supporto di Trump stesso.

Il post recita:

All Federal Funding will STOP for any College, School, or University that allows illegal protests. Agitators will be imprisoned/or permanently sent back to the country from which they came. American students will be permanently expelled or, depending on on the crime, arrested. NO MASKS! Thank you for your attention to this matter.

Che tradotto:

Tutti i finanziamenti federali cesseranno per qualsiasi college, scuola o università che consenta proteste illegali. Gli agitatori saranno imprigionati/o rimandati definitivamente nel paese da cui provengono. Gli studenti americani saranno espulsi definitivamente o, a seconda del crimine, arrestati. NIENTE MASCHERE! Grazie per l’attenzione a questa questione.

Quindi, se la pensi diversamente dal presidente e stai studiando meglio che tu stia zitto perché il rischio è perdere il diritto all’istruzione, essere cacciato dalla tua università e, se sei straniero, persino deportato. Un messaggio che sa tanto di censura preventiva e repressione politica, con il sapore delle peggiori dittature. Siccome abbiamo tutti ben presente la reazione di Trump quando perse le elezioni, culminata con l’assalto di Capitol Hill, crediamo sia il caso di fare qualche approfondimento sul tema.

Sono minacce attuabili?

I finanziamenti federali alle università sono regolati dal Congresso, e in teoria non possono essere revocati con un semplice ordine esecutivo come quelli che Trump sta firmando da quando è entrato nell’ufficio ovale. Una decisione simile richiede passaggi legislativi che normalmente sarebbero difficili da fare approvare, il problema però è che dopo le elezioni del 2024 i repubblicani hanno de facto il controllo del Senato. Alla Camera hanno la maggioranza anche se molto risicata (218 seggi vs 215 in mano ai democratici).

L’altra cosa da valutare è cosa s’intenda per “proteste illegali”: molte manifestazioni pacifiche potrebbero essere dichiarate illegali con cavilli burocratici, lasciando spazio a interpretazioni arbitrarie. Ma tant’è…

Ma è costituzionale?

Anche qui, in teoria, negare fondi federali per punire il dissenso sembrerebbe andare contro il Primo Emendamento, quello che garantisce la libertà di espressione e di assemblea. E il concetto di “espulsione permanente” senza che ci sia stato un equo processo va a cozzare con il Quinto e Quattordicesimo emendamento.  Ma, appunto, Trump ci ha abituato a colpi di testa, quindi non possiamo prevedere cosa voglia realmente fare.

Il silenzio

Al momento (abbiamo controllato l’ultima volta intorno alle 10:45 del 5 marzo) nessuna delle testate italiane che hanno sostenuto Trump in questi mesi ha riportato il post di Trump e/o la notizia. Testate e gruppi social normalmente pronti a denunciare qualsiasi presunta censura web, o da parte di governi da loro non sostenuti, quando a minacciare censure e soppressioni delle proteste è un loro beniamino si fanno di nebbia.

Che la minaccia suoni troppo autoritaria persino per loro?

Concludendo

Il post di Donald Trump non è una bufala, ma è un chiaro esempio di toni che ricordano molto più quelli di un autocrate che del leader di quella che fino ad ora era considerata una delle più grandi democrazie mondiali (con tutti i se e i ma del caso).

Che si tratti dell’ennesimo bluff presidenziale per continuare a galvanizzare i propri follower minacciando la sinistra radicale americana, o di una reale minaccia politica, non è chiaro. Ma non è importante se verrà messo in pratica realmente o meno, quello che è importante è il violento messaggio che lancia: la minaccia di punire il dissenso, di trattare i manifestanti come criminali e di annullare quelli che fino ad oggi erano considerati diritti costituzionali.

maicolengel at butac punto it

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