L’uccello anziano…
Un post che circola sui social con una morale molto bella (ma anche molto falsa)
In tanti durante l’estate hanno condiviso un video, di quelli con la morale. Il video che viene condiviso è questo:
E il testo con cui viene fatto girare racconta:
Gli uccelli anziani non volano più e non ci sono case di riposo per loro. Pertanto, gli uccelli più giovani di qualsiasi specie li nutrono. Questo è un grande messaggio per gli esseri umani…
Molto commovente, peccato che il video non mostri questo. Nel video vediamo un uccello piccolo – un pappagallino – dare da mangiare a un altro uccello, più grande di dimensioni, che riteniamo sia un cuculo. Ovvero uno dei tanti uccelli che pratica il parassitismo di cova.
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando vi riporto le parole di Daniel Patelli su Pikaia:
Il parassitismo da cova, una forma particolare di parassitismo tipica degli uccelli che si verifica quando una femmina depone uova nel nido di una coppia conspecifica o di una specie differente, è una strategia che sembra essere stata selezionata positivamente dalla selezione naturale soprattutto in alcune specie (i casi più famosi riguardano specie appartenenti alla famiglia dei Cuculidi). Il motivo è chiaro: se un individuo riesce a lasciare molti discendenti pagando il solo costo della deposizione delle uova, senza preoccuparsi delle successive cure parentali, potrà dedicarsi completamente alla riproduzione e deporre il massimo numero di uova possibili.
E come evidenzia Martino Veronese su MarinQuails.com:
Il parassitismo di covata interspecifico obbligato si è evoluto almeno 7 volte indipendentemente tra le varie famiglie di uccelli, ma qui da noi i più famosi sono di sicuro i cuculi. Spesso è possibile osservare dei piccoli uccellini che danno da mangiare ad un unico ed enorme pullo di cuculo.
Questo modo di interpretare i comportamenti animali è definito “umanizzazione”, intendendo con questo la tendenza ad attribuire emozioni, intenzioni e comportamenti umani agli animali. A volte l’abbiamo chiamata anche “disneyizzazione”, perché è proprio nei cartoni animati, in primis quelli della Disney, che da sempre vediamo quest’umanizzazione, e ci viene normale poi applicarla anche al mondo reale. Ma questo è sbagliato.
Attribuire motivazioni umane agli animali ci porta a interpretare erroneamente il loro comportamento, facendoci fraintendere le loro azioni, proprio come in questo caso. I problemi che possono insorgere sono innumerevoli, ve ne elenchiamo giusto due:
- Sottostimare un pericolo: considerare un animale amichevole sulla base di gesti che interpretiamo in maniera umana può portarci a finire in situazioni pericolose.
- Fraintendere le emozioni: pensare che un animale sia felice basandoci sul suo atteggiamento antropomorfizzato può portarci a trascurare le sue necessità.
Ma quello che a nostro avviso è il danno più grosso è quello fatto a ricerca e sperimentazione: basandoci su emozioni piuttosto che su dati scientifici si rischia di prendere decisioni viste esclusivamente attraverso una lente antropomorfica.
maicolengel at butac punto it
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