No, Zuckerberg non si è “scusato per la censura”
Un virgolettato come minimo opinabile che dà la stura all'ennesimo rigurgito di complottismi
Il 10 giugno su La Verità, con la firma di Maddalena Loy, è apparso un articolo dal titolo:
Zuckerberg si scusa per la censura: “Sul Covid la scienza aveva torto”
Subito sotto:
Il creatore di Facebook ammette: “Abbiamo oscurato anche informazioni vere”
Circola anche un video, dove Zuckerberg farebbe queste affermazioni, e come potete sentire la frase virgolettata del titolo non è mai stata detta:
E già questo basterebbe per bollare l’articolo de La Verità come disinformativo. Ma ci interessa comunque approfondire quanto riportato da Zuckerberg perché vediamo che anche negli States, grazie a quella cloaca dell’informazione che è Fox News, le cose vengono distorte in maniera subdola.
Così subdola da farci cadere anche un giurista come Augusto Sinagra, che, su Imola Oggi ha scritto:
Com’è noto, Mark Zuckerberg è stato tra i più grandi sostenitori delle politiche sanitarie di contrasto alla asserita epidemia. Funzionalmente e oggettivamente egli ha curato gli interessi delle Case farmaceutiche, certamente non l’appropriatezza delle cure e la salute delle persone.
Egli ha dichiarato che a proposito dei “vaccini” la “scienza” ha sbagliato. È evidente che queste sue dichiarazioni sono finalizzate a ridurre le responsabilità sue e del social “Facebook” che, per sua stessa ammissione ha oscurato notizie vere. Cioè, ha accreditato il falso.
Ma, come potete ascoltare nel video (di cui sopra abbiamo pubblicato solo un estratto, ma che qui potete ascoltare nella sua interezza) Zuckerberg non ha mai e poi mai detto che la “scienza ha sbagliato”, men che meno parlando di vaccini. Sinagra e Loy sanno benissimo che un virgolettato dovrebbe riportare le testuali parole che sono state pronunciate, e invece ne abusano inserendo frasi a loro piacimento. Ma nel brevissimo pezzo – della lunga intervista – in cui si parla di censure su Facebook le cose che vengono dette sono queste:
So misinformation, I think is, has been a really tricky one because there are things that are kind of obviously false, right, that are maybe factual. But may not be harmful.
Since like, all right, are you gonna censor someone for just being wrong? It’s, you know, if there’s no kind of harm implication of what they’re doing, I think that that’s, there’s a bunch of real kind of issues and challenges there. But then I think that there are other places where it is, it just takes some of the stuff
around COVID earlier on in the pandemic where there were real health implications but there hadn’t been time to fully vet a bunch of the scientific assumptions. And, you know, unfortunately, I think a lot of the kind of establishment on that, you know, kind of waffled on a bunch of facts and, you know, asked for a bunch of things to be censored that in retrospect ended up being, you know, more debatable or true.
Questa è la parte in cui viene fatta l’unica affermazione poi sfruttata e manipolata da Fox, La Verità, Imola Oggi e in generale dalla galassia complottista. Potete leggerla anche tradotto:
La disinformazione, credo, è sempre stata un problema molto spinoso perché ci sono cose che sono chiaramente false, giusto, che sono forse fattuali. Ma che potrebbero non essere dannose. Quindi, tipo, stai per censurare qualcuno solo perché sbaglia? Se non c’è una sorta di implicazione dannosa in quello che stanno facendo, penso che ci siano molte questioni e sfide reali a riguardo. Ma poi credo che ci siano altri contesti in cui è davvero complicato, prendi ad esempio alcune delle questioni legate al COVID all’inizio della pandemia, dove c’erano reali implicazioni sulla salute ma non c’era stato il tempo di verificare a fondo una serie di presupposti scientifici. E, purtroppo, penso che molte delle istituzioni di riferimento, sai, abbiano tergiversato su un sacco di fatti e, sai, chiesto che molte cose fossero censurate che, in retrospettiva, si sono rivelate, sai, più discutibili o vere.
Fine: non viene detto materialmente null’altro contro le istituzioni, non c’è una generica presa di posizione verso la censura o come sostiene Sinagra un tentativo di deresponsabilizzare Facebook. Zuckerberg ha solo detto che alcune istituzioni, nel tentativo di arginare la disinformazione – anche quella che non faceva danni – hanno tentato di silenziare voci che in un secondo momento si sono rivelate vere o fonte di dibattito. La sua è solo una presa di coscienza sul fatto che non sempre è possibile certificare fin da subito cosa sia vero e cosa no, e che quindi i casi andrebbero valutati per il loro potenziale danno, e non per la loro affidabilità sul momento.
BUTAC è penalizzato da Facebook da un po’, i nostri post hanno un decimo della visibilità che avevano fino a due mesi fa, ma non viviamo la cosa come una censura: il sistema funziona male, premiando determinati contenuti virali (ma non autenticati) rispetto a chi come noi poco fa per aumentare la propria visibilità.
maicolengel at butac punto it
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